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venerdì 31 agosto 2012

L'ADEGUAMENTO DELLE SANZIONI ALLE COOPERATIVE SARA' UN BUCO NELL'ACQUA

Questa è la novità
DECRETO SVILUPPO 2012 - «Disposizioni dirette a favorire la crescita, lo sviluppo e la competitività nei settori dell’infrastrutture, dell’edilizia e dei trasporti»


Articolo 46 - Adeguamento del sistema sanzionatorio delle cooperative

«1. All’articolo 12 del decreto legislativo 2 agosto 2002, n. 220, dopo il comma 5-bis sono aggiunti i seguenti commi:
“5-ter. Agli enti cooperativi che si sottraggono all’attività di vigilanza o risultano irreperibili al momento delle verifiche disposte nei loro confronti si applica la sanzione amministrativa da euro 50.000 ad euro 500.000 per il periodo in corso alla data di riscontro del comportamento elusivo da parte dell’autorità di vigilanza e per ciascuno dei successivi periodi fino alla cessazione dell’irreperibilità. La stessa norma si applica alle irregolarità previste dall'articolo 10 della legge 23 luglio 2009, n. 99, in sostituzione della sanzione della sospensione semestrale di ogni attività.”».

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Questa è la situazione di molte cooperative in Italia
 
La vigilanza alle cooperative è organizzata in maniera che su di esse sia impossibile intervenire seriamente. Infatti il controllo del rispetto delle norme sul lavoro è competenza del Ministero del Lavoro, quello invece sulla "mutualità" (cioè se si tratti o meno di cooperative genuine) è di competenza del Ministero dello Sviluppo Economico. Se io sono un lavoratore sfruttato in una cooperativa e vado a denunciare ciò al Ministero del Lavoro il mio datore di lavoro lo viene a sapere prima che venga effettuato il controllo e, pertanto, io perdo il posto di lavoro.Quando il Ministero del Lavoro viene a fare il controllo il rapporto di lavoro si è ormai concluso, dalla documentazione sul lavoro non emergono irregolarità e, poichè ormai il rapporto di lavoro si è esaurito, il Ministero mi dice: se vuoi tutelare le tue ragioni devi fare causa al datore di lavoro. Solo vincendo la causa dopo anni avrei in teoria la possibilità di recuperare i miei soldi sempre che la cooperativa in cui ho lavorato esista ancora. Per l'INPS avviene una cosa analoga: attiva la sua vigilanza solo dopo che, dopo anni, sia stata emessa una sentenza che mi dia ragione. All'interno delle cooperative è impossibile aderire a un sindacato vero, pena il licenziamento immediato.Ovviamente il costo dell'iniziativa legale è tutto sulle mie spalle.
Se io, lavoratore sfruttato, lo sono anche perchè quella è una falsa cooperativa (cioè una impresa a scopo di lucro mascherata da cooperativa per godere delle agevolazioni) dove solo formalmente io sono coimprenditore ma in realtà
sono l'ultima ruota del carro ( devo solo obbedire, non partecipo alla vita sociale, ecc.), ciò non può interessare al Ministero del Lavoro perchè di competenza di un'altra Amministrazione, il Ministero dello Sviluppo Economico. Ma solo in teoria. Infatti se una cooperativa aderisce a una delle cinque centrali cooperative (Legacoop, Confcooperative, AGCI, UNCI, UNICOOP) la vigilanza obbligatoria per legge, con frequenza annuale o biennale , è svolta non da revisori statali ma da revisori privati reclutati e pagati dalla Centrale Cooperativa a cui quella cooperativa si è iscritta, pagando la relativa quota associativa (migliaia di euro).Quindi il controllore è retribuito dal mio datore di lavoro. Di solito dai verbali (che non comprendono indagini sul rapporto di lavoro) delle Centrali non emergono irregolarità e i giudizi sono quasi sempre benevoli. Se proprio qualcosa deve essere sistemato viene fatto dal revisore un invito a sanare quelle irregolarità (ma ripetiamo mai e poi mai relativamente al rapporto di lavoro) entro un determinato termine (3 mesi di solito) alla scadenza del quale c'è un accertamento che, se ha esito positivo, comporta la non proposta di provvedimenti al Ministero.E' di fatto impossibile che da queste revisioni scaturiscano proposte di ispezioni straordinarie , cioè fatte direttamente dal Ministero con ispettori statali, e anche se ciò in teoria avvenisse, accadrebbe dopo mesi quando tutti i buoi sono scappati. Il "pronto intervento" è sconosciuto nella vigilanza cooperativa così come in quella del lavoro. Solo le cooperative non aderenti a nessuna Centrale sono ispezionate annualmente o biennalmente da revisori statali ministeriali. In teoria, poichè in realtà vengono solo marginalmente investite dall'attività di vigilanza. Infatti i revisori cooperativi (oggi provenienti per lo più dalle fila del Ministero del Lavoro, del Ministero dello Sviluppo Economico e dell'Agenzia delle Entrate) sono pochissimi, svolgono l'attività al di fuori dell'orario di ufficio, non sono supportati da una attività amministrativa decentrata a cura del Ministero dello Sviluppo Economico. La dirigenza del Ministero del Lavoro infatti da anni ostacola sia l'attività dei revisori appartenenti alla sua Amministrazione (frapponendo continui ostacoli burocratici) sia la possibilità che essi possano essere utilizzati dal Ministero dello Sviluppo Economico (per esempio con processi di mobilità volontaria), la mattina, per supportare l'attività ispettiva vera e propria, in strutture che tra l'altro già sarebbero disponibili (gli uffici provinciali delle Poste).Anche le Ispezioni straordinarie di riflesso soffrono di tali problemi. Il Ministero dello Sviluppo Economico quindi gestisce solo dal centro (Roma) tutta questa attività , afflitto da una carenza paurosa di risorse umane e materiali.Quindi anche le cooperative non aderenti a Centrali che si comportano male , oltre a non essere toccate seriamente dalla vigilanza sul lavoro , non lo sono anche da quella sulla mutualità. Pur pagando le stesse, per quest'ultima, un cospicuo contributo biennale di revisione che storicamente solo in minima parte viene destinato alla vigilanza cooperativa.
Le cooperative che si comportano scorrettamente, in generale, si sono sempre fatte un baffo delle sanzioni, sia quelle sul lavoro che sulla mutualità.
Poichè l'ispettore di cooperative non ha i poteri dell'ufficiale di polizia giudiziaria , al contrario delle forze dell'ordine non ha la possibilità di operare a sorpresa ma deve sempre "bussare" alla porta (il rafforzamento delle prerogative in ispezione straordinaria è sempre stato più teorico che pratico).Inoltre non tutti sanno che egli non ha il potere di irrogare direttamente le sanzioni ma ha solo un potere "di proposta" la quale può essere accolta ma anche non accolta o commutata dal superiore Ministero previa consultazione della Commissione Centrale Cooperative (in cui sono rappresentate le Centrali ai massimi livelli).
Possiamo immaginare quali ampie possibilità di "farla franca" abbia una cooperativa che, pur sfortunata nell'essersi imbattuta nell'ispettore "sbagliato", sappia "muoversi bene" nei meandri ministeriali.
Inoltre, la vigilanza cooperativa ha più che una caratterizzazione poliziesca, una valenza bonaria di assistenza all'ente mutualistico. E a chi non viene l'istinto di accarezzare la testa a un Pittbull se questo, invece di digrignare i denti comincia a scodinzolare, a abbassare le orecchie e a farci gli occhi dolci?Ovviamente prima che dalla conclusione del verbale emerga che non trattasi di cucciolone ma di una belva vera e propria. Il fatto che l'ispettore di cooperative che si accolga che qualcosa non va nei rapporti di lavoro possa e debba inviare il proprio verbale all'Ispettorato del Lavoro non determina alcuna concreta conseguenza proprio perchè egli non può per legge invadere la competenza di un altra Amministrazione. E di solito il funzionario pubblico non inoltra denunce se non ha in mano qualcosa di solido.E come fa ad averlo se non può indagare e approfondire la materia?
Quelle all'inizio del presente articolo sono le "sanzioni" nella loro ultima versione relativamente ai casi di sottrazione all'attività di vigilanza, di irreperibilità e di inottemperanza alla diffida dell'ispettore (il già richiamato invito "a termine")
Come già "confessato" nella relazione ministeriale al provvedimento, il legislatore, che di solito si interessa di cooperative una volta ogni dieci anni su richiesta delle lobby del settore, questa volta è intervenuto sua sponte per racimolare almeno un milione di euro per anno  (questa è la stima). In un certo senso a differenza del passato ora cerca di andare più al sodo con le cooperative poichè nè la crescente imponibilità di quota degli utili nè le paventate esclusioni da agevolazioni fiscali e di altra natura hanno mai dato effetti palpabili.
Ma ribadiamo che questo aggiustamento nelle sanzioni non avrà alcun effetto sulle situazioni esposte nel filmato, appunto perchè nulla mutano nel tratto fondamentale di insufficienza (voluta dal Potere e non certo colpa degli addetti) dell'attività di vigilanza sulle cooperative, sia per la parte di competenza del Lavoro che in quella dello Sviluppo Economico (vi siete mai domandati perchè dal 2001 soprattutto il Lavoro ha fatto il possibile per scongiurare qualsiasi ipotesi di coordinamento tra le due Amministrazioni? Un caso? Ignavia o qualcosa di molto peggio?).
Diteci altrimenti quante cooperative, prima del proprio scioglimento volontario anticipato, abbiano restituito le agevolazioni fiscali e di altra natura ricevute. Diteci poi quante cooperative abbiano subito la sospensione dei 6 mesi e se questa sia stata effettivamente applicata e con quali reali effetti economici sull'attività di quegli enti. L'unico soggetto a cui va dato il merito di aver combinato qualcosa di serio in tutti questi anni, nel controllo sulle cooperative (pur anche qui, solitamente, in situazioni in cui gran parte dei beni avevano preso il volo) è la Guardia di Finanza.
Tutto fumo negli occhi , quindi, per distrarre dal vero nodo del problema. Vigilanza in capo alle Associazioni: nel 2012 non può più esistere che controllore e controllato coincidano. Occorre trovare la maniera che tutta la vigilanza sulle cooperative torni allo Stato, mantenendo ovviamente i posti di lavoro degli attuali revisori privati.
Vigilanza Statale: il Ministero della Funzione Pubblica faccia in modo che : Ministero del Lavoro, Ministero dello Sviluppo Economico, Agenzia delle Entrate, prima a livello politico e poi di dirigenza si mettano attorno a un tavolo e si incontrino ogni mese per coordinare l'attività dei loro revisori di cooperative, per mettere a loro disposizione le risorse necessarie, per fare in modo che vigilanza sul lavoro, sulla mutualità e fiscale vadano nella stessa direzione e nè si sovrappongano nè (maliziosamente) si dissocino. Subito consentire ai revisori che lo volessero di trasferirsi presso gli uffici periferici della vigilanza cooperativa (da istituire) e subito ritorno dell'esame dei verbali di revisione delle Associazioni agli uffici pubblici i quali curino, come qualche anno fa, diffida e accertamento (è assurdo infatti che questi ultimi due passaggi vengano gestiti, in evidente conflitto di interessi, dalle Associazioni stesse). Le Centrali ,che sovente si lamentano di subire concorrenza sleale dalle non associate non vigilate dallo Stato, ora facciano in modo che non accada che le aderenti abbiano dei vantaggi rispetto alle non aderenti in caso di non ottemperanza alle diffide. Diano prova di maturità e contribuiscano, con questo sacrificio, a rifondare il nostro Paese su basi di maggiore serietà.

lunedì 27 agosto 2012

VICENDA DEI MAROCCHINI LICENZIATI A TORTONA (AL) CON UN CARTELLO.PONIAMOCI ALCUNI INTERROGATIVI.

Questa la notizia


E questo è il servizio del TG3




Ringraziamo tutti i partiti, i sindacati e le associazioni locali che si sono mobilitati per dare aiuto a queste persone.


Però, in un momento in cui il Ministro Fornero afferma che con le sue misure cambierà in maniera decisiva il mondo del lavoro, crediamo sia necessario porsi alcune domande. Perchè forse il vero cambiamento del lavoro in Italia parte dalle relative risposte.


  1. siamo ricchi di Associazioni datoriali di tutti gli orientamenti e tendenze. Anche in campo agricolo. La storia del lavoro nei campi è stata molto dura nel nostro Paese. Queste cose le abbiamo viste da anni. Eppure: quanto tempo è ancora necessario affinchè si porti un po' più di civiltà nel mondo agricolo italiano? Stanno lavorando su questo le Associazioni o fanno finta di non vedere per non perdere iscritti o potenziali iscritti?
  2. Visto che le Aziende della Grande Distribuzione amano essere protagoniste di convegni sulla Responsabilità Sociale, non hanno nulla da dire su questi episodi? Non dovrebbero essere loro, visto che non possono non sapere, a dissuadere questi loro fornitori dal comportarsi in questa maniera?
  3. Notare un passaggio importante. Non è che l'azienda abbia interrotto i rapporti dopo un verbale conclusivo dell'Ispettorato del Lavoro o di qualche altra Autorità di controllo. No: i lavoratori si sono rivolti alle Autorità, i datori l'hanno saputo (da chi?le indagini, in certi casi non dovrebbero essere segrete?) e hanno cacciato in quella maniera i lavoratori. E nessuna Autorità ha reagito (non dico per i lavoratori, ma almeno per tutelare la sua immagine e il suo prestigio) Sorgono spontanee delle domande:
    a) quali sono le condizioni operative degli Ispettorati del Lavoro sul territorio?Da quanto dura questa situazione? Cosa si è fatto in concreto da parte dell'Amministrazione e da parte di ogni Sindacato del lavoro pubblico?
    b) l'Italia è un Paese libero. Ma la legge esiste ed è più o meno fatta rispettare. Se rubi al supermercato la guardia giurata ti impedisce subito di farlo. Se rubi in un appartamento i Carabinieri ti pigliano, subito o arrivano a te con le indagini. Quindi grande attenzione alla tutela del patrimonio. Così come alla tutela delle donne e dei bambini. Perfino degli animali (c'è stato un inasprimento delle sanzioni anche in questa materia). Se metti la macchina in divieto di sosta arriva il vigile che ti fa la multa e se necessario chiama il carro attrezzi. Il tratto comune è questo: se ti comporti in una certa maniera l'Autorità interviene subito a fermare l'illecito e a porre fine al danno. Adesso anche allo Stadio. Nel mondo del lavoro, no. Il datore di lavoro può combinare qualsiasi cosa (schiavizzare le persone, affamarle, rovinare le famiglie licenziandole, consentire a un capo reparto di minacciare gli operai, procurare incidenti anche mortali,ecc.) ma il lavoratore, per avere giustizia, deve aspettare anni per averla, a spese sue, con la concreta possibilità, poiché oggi va di moda, che il lavoratore si veda dare torto perchè magari non ha potuto pagarsi il migliore avvocato. Nel mondo del lavoro (chissà chi l'ha deciso e ci piacerebbe sapere cosa ne pensano i sindacati “conflittuali”) non esistono attività di intelligence, sotto copertura (cioè in incognito), riprese con telecamere nascoste, riprese (a scopo dissuasivo, per esempio nei cantieri) con telecamere fisse (collegate alle forze dell'ordine o, basterebbe, con gli ispettorati del lavoro -signori, avete i Carabinieri nelle DPL, lasciateli lavorare, loro saprebbero cosa fare) . Ma soprattutto non esiste (è vietato da anni persino pensarlo) il pronto intervento. Ve l'immaginate una “squadra mobile” dell'Ispettorato del Lavoro?Solo in un caso questo avviene: quando c'è da andare a constatare il decesso di un operaio sul lavoro. Quando chi uccide o rovina un lavoratore avrà la stessa paura di essere colto sul fatto e punito che oggi ha chi ruba una mela al supermercato allora potremo dire di essere un Paese civile. Prima no: mettetela come volete ma in materia di lavoro siamo ancora un Paese di ipocriti, di illusi, di struzzi che mettono la testa sotto la sabbia. Ministro Fornero, ci dimostri che Lei non lo è.
  4. Ma il passaggio che a nostro parere è intollerabile è quello relativo alla notizia che l'attività sia passata a una cooperativa con lavoratori indiani. E l'impegno di chi prima aveva reagito sembra fermarsi lì, così come l'indagine del giornalista (e speriamo che non sia così per l'ispettorato del lavoro, per la Procura e per il Ministero dello Sviluppo Economico).
    a) ma scusate: forse che una cooperativa è autorizzata a pagare un lavoratore agricolo 4 euro l'ora?
    b) ma ri-scusate: forse i lavoratori indiani sono esseri umani di serie B o crumiri da punire, visto che per loro quelle condizioni sembrano accettabili da parte di chi non dice altro?
    c) e, ripetiamo, su questi sviluppi, le Associazioni datoriali (Agricole, della Grande Distribuzione) e le Centrali Cooperative non hanno nulla da dire? E il famoso tavolo della Prefettura è stato sparecchiato? E l'Osservatorio sulle Cooperative presso la DPL di Alessandria?E il Ministero dello Sviluppo Economico (autorità di vigilanza sulle cooperative)? Non sarebbe meglio prevenire piuttosto che muoversi dopo che ci scappi il morto o che delle persone continuino a soffrire una condizione di schiavitù? Ah, dimenticavamo: per la legge italiana il mondo del lavoro è come gli Stadi di calcio di una volta: tutti vedono, tutti sanno cosa succede ma non si interviene perchè non è opportuno. Sempre che qualcuno non rimanga accoltellato.




Sappiano però i lavoratori, italiani e stranieri, che questa situazione non migliorerà senza lottare non solo per sé ma per tutti. Quindi starà a loro, organizzandosi in maniera continuativa e incisiva, dando fiducia a veri sindacati, non a propagandisti politici di ogni colore, rischiando di persona, conquistarsi nuove leggi e, intanto, far applicare seriamente quelle che esistono già.